Sulle due piazze virtuali di discussione oristanese (i due gruppi Fb Oristano la città che vorrei e La rete dei cittadini per Oristano) appaiono sempre più interventi che invocano misure restrittive, quali l'aumento delle telecamere e una maggiore presenza delle forze dell'ordine.
Noi avevamo già lanciato a suo tempo una campagna contro l'installazione del sistema di videosorveglianza comunale integrato (se ne parlava già dal 2009: TELECAMERE A ORISTANO? NON SCHERZIAMO), e ancora oggi sentiamo la necessità di dire che non può essere questa la strada da seguire per contrastare il vandalismo.
Partiamo dal presupposto che la città è abbonata ai primi posti della classifica delle città più sicure d'Italia ed in effetti anche le pagine di cronaca dei giornali locali riportano raramente, o addirittura mai, fatti criminali come rapine, scippi, furti etc. Dunque le telecamere servirebbero solo a contrastare il fenomeno del vandalismo. Secondo i piani stabiliti dal commissario Ghiani -e ormai in via di attuazione- ben venti telecamere, tutte situate più o meno entro il perimetro delle mura medievali, dovranno costituire la colonna corazzata della guerra fra onesti cittadini e vandali.
Venti telecamere per una città di 30 mila abitanti ed inoltre tutte concentrate in un'area assai ristretta, come il centro storico della città.
Ci sembra perlomeno che sia una strategia un po' arrafatzonata. Inoltre che valenza pratica hanno queste telecamere? A nostro avviso sposteranno semplicemente l'attenzione dei vandali dal Centro alla periferia e soprattutto non muteranno assolutamente l'animo di questi personaggi. Chi invoca la dura repressione e i tempi in cui i genitori davano schiaffoni ai figli per metterli in riga, sappia che se si vuole combattere la guerra si deve essere pronti a subire attacchi ben più gravi di questi. A meno che le telecamere non siano fatte con materiali ultratecnologici e indistruttibili, a meno che non si decida di mettere una telecamera in ogni via della città perché le auto da danneggiare e i cestini da rovesciare ci sono in ogni via della città.
Il vandalo semplicemente rinuncerà a operare in centro storico, opererà altrove. Certo, anche questa situazione è facilmente risolvibile: basta piazzare ad ogni angolo di strada un poliziotto e su ogni lampione una telecamera. Se a qualcuno fa piacere vivere in una realtà militarizzata sarà ben lieto di applicare questa soluzione. Per ironia della sorte chi invoca queste misure è spesso qualcuno che poi si scaglia contro la malapolitica, invocando la rivoluzione popolare, senza comprendere però come funzionano i meccanismi della repressione.
Insomma, anche al di fuori di ogni considerazione sulla libertà etc etc, ci sembra che le soluzioni repressive siano strategicamente sbagliate e comportino soltanto una spesa maggiore da parte della comunità e a lungo andare un incremento del vandalismo.
Estirpare le ragioni che creano il malessere sociale: le diseguaglianze economiche e sociali fra un quartiere e l'altro, la mancanza di spazi di aggregazione pubblici, la disoccupazione giovanile e la dispersione scolastica. E' un percorso difficile e faticoso e che non darà i suoi frutti né domani né dopodomani, ma l'unico che possa garantire una vera soluzione al problema del vandalismo.
Una città che si scaglia contro i vandali, invocando la repressione, è una città che esclude i propri giovani ed è una città che non riconosce quali sono i veri mali che la affliggono.
(D.P.)
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