Siamo nell'era delle comunicazioni ultrarapide, dei centoquaranta caratteri di twitter e dei mi piace e molti sono caduti nella facile illusione che si possa costruire una candidatura politica con questi strumenti e basta.
Obama ha vinto grazie a internet ci hanno detto, ma -proprio per restare in tema di Casa Bianca- noi siamo fedeli alla prima regola del giornalismo investigativo sancita senza possibilità d'appello in "Tutti gli uomini del presidente": follow the money, segui i soldi e avrai tutte le risposte che cerchi. Obama ha vinto le elezioni presidenziali USA perché aveva un sacco di soldi a disposizione per farsi la campagna elettorale, al massimo possiamo dire che internet sia riuscita a fare la differenza rispetto a Romney (che di soldi peraltro ne aveva ancora di più).
Questo preambolo per dire che una campagna elettorale (e soprattutto, un successo elettorale) si costruiscono con soldi (o meglio, risorse), un'ottima squadra di supporto al candidato, dei candidati bravi a cercare e raccogliere voti e un partito o un movimento solido alle spalle. Non a caso nell'elenco non è compreso il programma, che probabilmente non leggono nemmeno i suoi estensori (cfr. PILI e FORMIGONI, 1999).
Chiunque voglia vincere le prossime elezioni regionali non può fare a meno di nessuno di questi elementi.
Progetto Sardegna Possibile
Progetto Sardegna Possibile
Michela Murgia, che di sicuro dal punto di vista scientifico e teorico è il personaggio più interessante di questa tornata elettorale, sembra essere convinta che basti una buona capacità di comunicazione sui nuovi media, il sostegno incuriosito dei media italiani e quello interessato (alla sconfitta del Pd) dell'Unione Sarda per sfondare o addirittura vincere alle regionali. Dico sembra, perché in effetti è presto.
Kelledda rischia di commettere gli stessi errori di Antonio Ingroia che si era praticamente autocandidato senza aspettare l'investitura che gli sarebbe sicuramente arrivata da parte di Cambiare si può e di altri movimenti e dunque si è ritrovato ad affrontare la campagna elettorale senza alcuna legittimazione, accolto ovunque si recava da diffidenza e supporto svogliato.
In effetti la Murgia questo deve averlo capito, tant'è che ha deciso di annacquare la connotazione indipendentista della sua Sardegna Possibile, cercando di avvicinarsi il più che poteva
al modello Progetto Sardegna e accogliendo vari delusi del centro sinistra sardo.
Sardegna Possibile e il Movimento Cinque Stelle
Se si vuole analizzare il movimento della Murgia dal punto di vista teorico non si può non prendere come termine di paragone l'M5S. Moltissime sono le differenze, ma alcune sono le analogie fra la Murgia e Grillo e fra Sardegna Possibile e l'M5S.
La Murgia viene dall'Azione Cattolica, mentre Grillo non ha certo questa formazione, ma entrambi sono "artisti" che decidono di scendere in politica perché vogliono dare una lezione ai professionisti delle poltrone. Sia la Murgia che Grillo nella loro vita precedente svolgevano il mestiere di rappresentare la realtà, la prima come scrittrice e il secondo come comico. Ecco perché anche in politica usano linguaggi così diversi, pur dando voce fondamentalmente la stessa istanza: la prima rappresenta la realtà tramite allusioni, intuizioni e suggestioni, come ogni buon romanziere, mentre il milionario genovese attacca senza giri di parole e con un linguaggio brutale e violento, seguendo alla lettera il manuale della satira.
Dico che rappresentano la stessa istanza, perché credo che l'elemento indipendentista di Michela Murgia sia alquanto trascurabile. Per il resto rappresentano l'antipolitica che si fa politica; la didascalia di sardegnapossibile.com recita:
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