mercoledì 22 gennaio 2014

APPUNTI SU UGO CAPPELLACCI E MAURO PILI

APPUNTI SU UGO CAPPELLACCI E MAURO PILIE' vero, col Pd e col centrosinistra siamo impietosi. I nostri attacchi non ammettono replica, perché in queste condizioni non ci possono convincere di rappresentare una buona soluzione per il futuro della Sardegna. Le campagne insieme a tanti militanti del cosiddetto centrosinistra le abbiamo fatte e non le rinneghiamo, ma è forte la delusione per quello che vediamo dal livello comunale a Oristano fino a quello del governo di larghe intese. 

Invece di Cappellacci o di Mauro Pili non abbiamo mai parlato. Non è perché li rispettiamo, ma proprio non li consideriamo. Che è diverso. Tuttavia non vorremmo fare la figura di quelli che per scavalcare a Sinistra, finiscono per dimenticarsi della destra e di conseguenza forse è il caso di parlare un po' (male ovviamente) dei due campioni della destra isolana. 

Intanto i due hanno in comune la passata esperienza da presidente/governatore della Regione. Pili -che iniziò la sua carriera nel '93 come sindaco di Iglesias- per modo di dire, visto che tra mancate maggioranze in consiglio e franchi tiratori, in due mandati riesce ad accumulare complessivamente meno di tre anni di governo. Nel 2004 perde con Soru, ma inizia a circolare la voce nei giornali italiani che sia il delfino di Silvio Berlusconi. Entra in Parlamento nel 2006 ed è ancora là. Nel 2013 viene eletto col Pdl, ma poi si stufa, scopre di non essere berlusconiano e decide di entrare nel Gruppo Misto, il gruppo parlamentare della coerenza. Contestualmente decide di candidarsi alle regionali come presidente di una piccola coalizione. Forse più come disturbatore di Cappellacci che con reali velleità di vittoria, ma nello scenario attuale tutto è possibile. Certo che la costruzione della verginità politica è un'operazione difficile, ma l'elettore è smemorato ci insegnano i teorici della scienza politica e questo rende tutto più semplice.

APPUNTI SU UGO CAPPELLACCI E MAURO PILIUgo Cappellacci, nato a Cagliari nel 1960, invece i cinque anni da governatore se li è fatti tutti. Strane coincidenze del destino fanno sì che suo nonno materno sia stato il primo sindaco di Iglesias del dopoguerra. Definire la sua legislatura fallimentare è eufemistico. E' di oggi la notizia che l'UE ha classificato la creazione della flotta sarda, che avrebbe dovuto rompere il monopolio dei signori del mare nel collegamento navale tra Sardegna e Italia, come aiuti di stato e ha imposto alla Saremar la restituzione dei 10 milioni ricevuti dalla Regione. Forse si potrebbe parlare di frottola sarda. Vogliamo parlare della Zona Franca? No, meglio di no. Errori e
figuracce a non finire, e intanto migliaia di sardi continuano a vivere nell'illusione che questa sia la soluzione di ogni problema dell'Isola. Scuola, industria, agricoltura: le statistiche parlano chiaro e i settori di certo non migliorano. Certo, c'è la crisi, ma come ci si può proporre come salvatori della patria, quando si ha contribuito al suo affossamento?

Insomma, Ugo Cappellacci e Mauro Pili, provano a costruirsi un'immagine pulita, ma i fallimenti del passato sono difficili da cancellare. Inoltre la loro storia politica parla chiaro ed è difficile sostenere la tesi che abbiano idee diverse; quando Christian De Sica e Massimo Boldi ruppero il connubio comico, il prodotto offerto sul mercato raddoppiò ma la qualità rimase la stessa: infima. 

Il 16 febbraio fate quello che volete, ma non date fiducia a chi ha lavorato una vita per non guadagnarsela.

(D.P.)





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