La percentuale degli astenuti è un segnale forte e continuare a dare le colpe a chi non ha votato per ogni eventuale risultato è da miopi; ci sono astenuti e astenuti: da una parte i menefreghisti che si astengono a prescindere, perché la politica non è materia loro, e ci sono anche quelli, e credo non siano stati mai così tanti, per i quali l'astensione è stata una precisa scelta politica e di classe per delegittimare un intero sistema politico e talvolta risulta essere il voto più rivoluzionario di tutti.
Ogni sistema politico è destinato a crollare e giorno dopo giorno il sistema democratico (quello della democrazia formale, del neoliberalismo e del neoliberismo che sta affossando le nostre vite) si dimostra inefficiente e pronto al collasso.
Come ci si dimostra stanchi della democrazia se non boicottando la forma più alta e che sta alla base della "democrazia" stessa? Ma ciò non basta.
Le tirannie non cadono giù con l'astensione, le tirannie cadono giù perché c'è qualcuno che le prende a picconate dal basso; in Sardegna ci manca questo e ci manca da anni, la costruzione di una forza di movimento che, andata in letargo dopo il G8 di Genova, oggi in tutta Italia sta crescendo e si sta sollevando, un movimento che con logica trasformi quest'astensione in rabbia nelle strade e che costringa chi di dovere a dare risposte concrete.
Paradossalmente siamo la regione con meno classe operaia e con più dispersione scolastica ma le uniche forme di conflitto sociale create in Sardegna in questi ultimi due anni sono nate proprio dalla classe operaia e dagli studenti medi.
La costruzione di questo movimento che faccia proprie le ragione del #19O è quello che dobbiamo essere capaci di costruire in questi anni.
(M.C.)
(M.C.)
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