Certo, una presenza in consiglio regionale aiuta, perché significa soldi e risorse per continuare l'attività politica e ampia visibilità mediatica come forza di opposizione; si tratta tutta via di ostacoli che non è impossibile superare tramite l'autofinanziamento e la conduzione della propria attività politica nelle lotte e nei conflitti da cui la Sardegna è attraversata.
Uno dei motivi per cui la Furia Rossa non si è esposta, come collettivo, così tanto in questa campagna elettorale è che riteniamo che le elezioni siano un passaggio importante per determinare la politica della nostra terra, ma non l'unico. Il cambiamento non si costruisce in campagna elettorale, al massimo quello è il momento in cui si sanziona la riuscita di una determinata linea politica. Questa linea, e dunque la creazione del sostegno popolare e di alternative valide al modello economico-sociale in cui viviamo, si costruisce invece inserendosi nei conflitti che attraversano la società. Una delle cause principali del tracollo della sinistra parlamentare in Italia è stata propria l'eccessiva attenzione dedicata all'appuntamento elettorale, con dei partiti che trasformavano i propri mezzi in fini come insegna la Legge ferrea dell'oligarchia di Robert Michels(1).
Michela Murgia ha dichiarato che Sardegna Possibile si sta già preparando alle prossime amministrative. Certo, una frase detta alla fine di una lunga e stancante campagna elettorale vale quello che vale e siamo sicuri che, goduto il meritato riposo, Sardegna Possibile saprà scegliere la strada migliore per il proprio futuro. E' importante però sottolineare che rincorrere le date e le scadenze elettorali impedisce a una forza politica di costituirsi in maniera solida e di determinare con certezza la propria connotazione ideologica.
Sardegna Possibile deve scegliere come continuare l'attività politica, dal momento che a queste elezioni era una coalizione politica formata da un partito (ProgRes) e due liste civiche sorte ad hoc (Gentes e Comunidades). Le strade sono tre:
- può diventare una forza politica unitaria che unisca ProgRes a coloro che hanno sostenuto la Murgia dalle civiche;
- può sciogliersi, e a quel punto ProgRes dovrebbe tentate di espandersi fino a coprire lo spazio politico rappresentato da coloro che hanno votato Michela Murgia e le liste civiche.
- Può diventare il nucleo di una confederazione di partiti e movimenti, sul modello di Syriza, che raccolga il frammentato mondo dell'indipendentismo sardo.
Personalmente mi auspico che si verifichi questa terza possibilità. La lontananza delle prossime scadenze elettorali, potrebbe permettere agli indipendentisti di confrontarsi senza alcun bluff. Non si giocherebbe al buio, ma a carte scoperte, perché non ci sono in palio assessorati o posti in consiglio regionale. E si giocherebbe tutti alla pari, a prescindere dalla forza elettorale della singola realtà, perché il peso delle idee si valuta dai contenuti.
La galassia indipendentista, pur con la garanzia del mantenimento delle differenze e delle peculiarità di ogni forza che la compone, potrebbe addensarsi intorno a un nome che ha riscosso un indubbio successo elettorale (parliamo di 70 mila preferenze) e farlo in una condizione di parità assoluta. E' un'occasione che non si può perdere, ma per sfruttarla bisogna mettere da parte le divergenze, anche personali.
La galassia indipendentista, pur con la garanzia del mantenimento delle differenze e delle peculiarità di ogni forza che la compone, potrebbe addensarsi intorno a un nome che ha riscosso un indubbio successo elettorale (parliamo di 70 mila preferenze) e farlo in una condizione di parità assoluta. E' un'occasione che non si può perdere, ma per sfruttarla bisogna mettere da parte le divergenze, anche personali.
Se questo succedesse, questa confederazione politica dovrebbe, passato un momento di costruzione di un'identità comune minima a tutte le forze che la compongono, entrare in quei conflitti che sono il fulcro della situazione politica sarda (la tutela dell'ambiente, l'energia, i trasporti, etc.), con una posizione alternativa a quella espressa dal resto della classe politica. A quel punto le elezioni amministrative non diventanto l'obiettivo, ma il momento in cui verificare se il modello scelto funziona e si evita di sclerotizzare un sistema sicuramente innovativo come quello proposto da SP nella semplice ricerca del risultato elettorale.
E' giusto che Michela Murgia e Sardegna Possibile si prendano un periodo di pausa, ma questi nodi vanno sciolti entro breve per provare a costruire dal basso l'alternativa e presentari alle urne con un progetto di carattere non elettoralistico, ma squisitamente politico. Per fare questo però bisogna allargare il confronto a tutte le forze indipendentiste che, alle regionali, hanno deciso di correre disperse per l'impossibilità di mettersi d'accordo su tutte le questioni che una scadenza elettorale impone. Questioni che di politico hanno poco, ma riguardano piuttosto la matematica della ripartizione dei seggi e dei posti nelle liste.
Collettivo Furia Rossa
(1) "Michels parte dall’assunto che i partiti rappresentano una delle forme più importanti della democrazia contemporanea, osservando che in essa coesistono tratti democratici e aristocratici. Questo fatto non è casuale, ma dipende da alcune esigenze insopprimibili dell’organizzazione, che si fanno strada allorché un partito si struttura e si organizza per il proprio interesse che non è più quello originario (per esempio, la rivoluzione sociale), cioè «altro» dal partito stesso, ma è un interesse del partito in sé e per sé. In questa fase si genera la tendenza dei capi a organizzarsi e coalizzarsi, forti della loro indispensabilità tecnica, ai fini della loro affermazione di fronte alla generale passività delle masse. Si crea così un’oligarchia – secondo una logica tipicamente weberiana – con interessi ben definiti e divergenti da quelli della massa degli iscritti, tanto che il M. poteva riassumere in termini sillogistici: «Chi dice democrazia dice organizzazione; chi dice organizzazione dice oligarchia; chi dice democrazia dice oligarchia»" Dizionario Biografico Treccani
Complimenti per la lucida analisi!
RispondiElimina