venerdì 11 settembre 2009

Cresce la protesta in carcere: «Viviamo tra topi e blatte»

ORISTANO. Sovraffollamento, caldo, igiene pessima e ora anche topi e insetti di ogni tipo. Vita da carcerati in un penitenziario che ormai dovrebbe essere chiuso da tempo. Il clima in piazza Manno rischia di diventare irrespirabile. Tanto che nei giorni scorsi i detenuti hanno protestato all’interno della struttura per le condizioni «insopportabili», in cui sono costretti a trascorrere il loro tempo. Il malcontento che serpeggia stavolta ha varcato anche le mura della casa circondariale, grazie a due lettere e alle continue segnalazioni fatte ai familiari e agli avvocati. La situazione insomma sarebbe insostenibile. E le due lettere, fatte pervenire alle associazioni El Gato Obrero e La Furia Rossa e alle redazioni giornalistiche, ne sono la testimonianza palese. Il quadro che viene disegnato è quello di una struttura, che a partire dal problema del sovraffollamento - in alcune celle da quattro sono ospitate sette persone - è costretta a vivere sull’orlo del baratro. A cascata infatti si registrano tutta una serie di altri problemi a cominciare da quelli igienici. La direzione carceraria non prende posizione ufficialmente, ma smentisce categoricamente che la situazione sia così catastrofica. Fatto sta che i detenuti «impossibilitati a dialogare con la direzione» hanno scelto di raccontare le loro ore di vita all’interno dell’antica reggia giudicale che ha perso da decenni il suo vecchio fascino. La giornata e le notti vengono infatti trascorse in una lotta continua contro il caldo incessante - problema vecchio causato dalle bocche di lupo delle celle - e ora contro nuovi nemici. Sono insetti e topi che hanno preso a frequentare le celle e contro i quali al momento c’è poco da fare. L’ultima disinfestazione, secondo fonti interne al carcere, è anche recente, visto che è stata eseguita a luglio, ma la struttura è troppo vecchia per pensare che ratti, blatte e insetti stiano alla larga. Poi ci sono problemi con la pulizia delle celle, con gli «scopini dei piani che vengono pagati per una sola ora e in quell’ora vengono puliti solo gli uffici della direzione». E ancora c’è «la sala colloqui non a norma e per lo più lercia» e il cibo con «la frutta e la verdura di pessima qualità». Tutte cose che la direzione esclude, perché garantisce il controllo costante sulla qualità del cibo. Evidentemente i pareri sono discordanti, così come discordanti sono le opinioni sul trasferimento di due detenuti: punizione o normali avvicendamenti? Di fronte a tutto questo non mancano le proteste sindacali. In vista della manifestazione di Cagliari, Roberto Picchedda (Uil) attacca: «La situazione è ormai ingestibile. Inviano continuamente detenuti, mai risorse».

Enrico Carta - La Nuova Sardegna

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