
Contemporaneamente alle lotte portate avanti in Valle e a Narbolia, assistiamo ad un altro tentativo di distruzione, non meno grave, di un altro tipo di bene comune. La cultura infatti è da considerarsi come il più forte dei beni comuni che abbiamo a disposizione, e lo sforzo per difenderla deve essere incessante, non deve conoscere limiti.
Riecheggiano qui le parole di Gramsci: "Istruitevi perché avremo bisogno di tutta la nostra intelligenza". La cultura ormai, è da anni sotto attacco, e per suo tramite anche Antonio Gramsci. Saviano dipinge Gramsci come creatore di odio e violenza, dimenticando che le lotte per i diritti dei lavoratori, le battaglie sulla scuola, in difesa dei beni comuni, della libera informazione, della cultura, e parallelamente le lotte in Val di Susa e a Narbolia, nascono anche e sopratutto sotto la sua guida intellettuale. E' proprio quella sinistra "riformista", pura e immacolata, o forse è meglio dire bianca, che rivendica la dialettica socialista liberista di stampo Turatiano come unica arma per combattere i propri nemici, che tenta continuamente di prendere le distanze dalla sua stessa storia.
Stiamo andando incontro ad un generale appiattimento culturale, di cui è figlia anche la politica attuale. Rimpossessiamoci della cultura, del territorio, della terra, della natura, dei diritti, dei beni comuni in generale. Rimpossessiamoci di Gramsci!
"Perché è scomparso il piacere della lentezza? Dove mai sono finiti i perdigiorno di un tempo? Dove sono quegli eroi sfaccendati delle canzoni popolari, quei vagabondi che vanno a zonzo da un mulino all'altro e dormono sotto le stelle? Sono scomparsi insieme ai sentieri fra i campi, ai prati e alle radure, insieme alla natura?" (Milan Kundera)
D.S.
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