mercoledì 7 marzo 2012

Da Narbolia alla Val Susa, il TAV passa per Gramsci e Saviano

Assistiamo da spettatori paganti, in questi ultimi tempi, al "furto del bene comune". Non si tratta di un gioco di società, ma piuttosto di un modus operandi che sta largamente prendendo piede in Italia. Centinaia di chilometri separano Narbolia alla Val Susa, e differenti sono gli avvenimenti che colpiscono queste due terre. Ma c'è un comune denominatore in tutto questo, cioè la lotta per l'autodeterminazione e la difesa del proprio territorio come bene comune, dall'interesse di quella minoranza, perché sono loro la minoranza, che lo vuole assoggettare ai suoi sporchi affari.

Contemporaneamente alle lotte portate avanti in Valle e a Narbolia, assistiamo ad un altro tentativo di distruzione, non meno grave, di un altro tipo di bene comune. La cultura infatti è da considerarsi come il più forte dei beni comuni che abbiamo a disposizione, e lo sforzo per difenderla deve essere incessante, non deve conoscere limiti.

Riecheggiano qui le parole di Gramsci: "Istruitevi perché avremo bisogno di tutta la nostra intelligenza".  La cultura ormai, è da anni sotto attacco, e per suo tramite anche Antonio Gramsci. Saviano dipinge Gramsci come creatore di odio e violenza, dimenticando che le lotte per i diritti dei lavoratori, le battaglie sulla scuola, in difesa dei beni comuni, della libera informazione, della cultura, e parallelamente le lotte in Val di Susa e a Narbolia, nascono anche e sopratutto sotto la sua guida intellettuale. E' proprio quella sinistra "riformista", pura e immacolata, o forse è meglio dire bianca, che rivendica la dialettica socialista liberista di stampo Turatiano come unica arma per combattere i propri nemici, che tenta continuamente di prendere le distanze dalla sua stessa storia.

Stiamo andando incontro ad un generale appiattimento culturale, di cui è figlia anche la politica attuale. Rimpossessiamoci della cultura, del territorio, della terra, della natura, dei diritti, dei beni comuni in generale. Rimpossessiamoci di Gramsci!


"Perché è scomparso il piacere della lentezza? Dove mai sono finiti i perdigiorno di un tempo? Dove sono quegli eroi sfaccendati delle canzoni popolari, quei vagabondi che vanno a zonzo da un mulino all'altro e dormono sotto le stelle? Sono scomparsi insieme ai sentieri fra i campi, ai prati e alle radure, insieme alla natura?" (Milan Kundera)

D.S.

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