Vi invito a fare un esperimento: provate una domenica a farvi un giro per il centro e chiedete a tutti i bambini e i più giovani se sanno che Oristano ha un fiume: sono sicuro che ci penseranno un po' su prima di rispondere.
Altro esperimento: provate a cercare "Tirso Oristano" su google immagini: usciranno numerose foto del fiume che attraversa l'interno della Sardegna, ma la foto del fiume nel territorio di Oristano è il classico ago nel pagliaio.
Il problema è che Oristano non ha nessun contatto col suo fiume: lo conoscono solo i pendolari che lo attraversano ogni mattina per entrare in città dall'ingresso sud. Semplicemente il Tirso non fa parte della vita di Oristano.
Il fiume più lungo della Sardegna; il suo nome racconta l'antica storia dell'Isola: Thyrsos, storpiatura di thyrsis ovvero torre in greco antico ed è chiaro il riferimento ai Nuraghi. Ma ancora Thyrsos richiama la parola tirreni, che è uno dei nomi degli Etruschi, e dunque riecheggia l'ipotesi della parentela fra i Sardi e gli abitanti dell'Etruria. Inoltre sulle rive del Tirso, racconta Giuseppe Manno, si svolse la battaglia che nel 600 scacciò i soldati Francesi che avevano occupato Oristano.
Un fiume che è legato alla storia della città, ora lasciato alle cure dei greggi di pecore;
Una città che vuole essere moderna senza disconoscere la sua storia e senza distruggere la natura, deve rivolgere le sue attenzioni a una risorsa importante come il Tirso.
Un nuovo piano regolatore urbanistico dovrebbe considerare il fiume come limite all'espansione a sud dell'abitato e al contempo studiare i modi migliori per valorizzare le sponde del Tirso: passeggiate, luogo di ritrovo per la primavera, attrazione turistica.
Il Tirso può essere considerato come un collegamento fra tre ambiti fondamentale per Oristano: il centro abitato, l'agro e il resto della provincia. Già prendendo consapevolezza di questa risorsa, Oristano sarebbe in grado di utilizzare al meglio la sua campgna e di collaborare con gli altri paesi della provincia.
Recuperiamo il fiume.
dp
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