domenica 20 maggio 2012

TRAGEDIE NAZIONALI: ISTRUZIONI PER L'USO

Le dinamiche della tragedia nazionale sono sempre le stesse. Si apre improvvisamente il sipario su una fetta della società, tutto d'un tratto ci si rende conto dei suoi problemi, dei suoi limiti. D'improvviso anche i più grigi presentatori ed opinionisti televisivi assurgono al ruolo di celebranti del rituale collettivo del lutto. Lutto collettivo che raggiunge l'acme al momento dei funerali delle vittime della tragedia nazionale. 

La tragedia nazionale, come tutte le opere di teatro, si svolge in parte sulla scena ed in parte dietro le quinte (i latini definivano obscaenum tutto ciò che non poteva essere rappresentato di fronte al pubblico). Ciò che noi spettatori vediamo è in realtà frutto della cosiddetta finzione scenica: ci immedesimiamo e consideriamo vera quella che è una pura ed etimologica messinscena. Non dico che la messinscena siano le bombe o i terremoti, quelli ci sono e sono veri. La messinscena è rappresentata dalle dichiarazioni di prefetti, questori, generali, politici, ministri, fonti ultrasegrete dei serivizi supersegreti. Tutto un canovaccio già scritto, per altro.

Questo è quello che accade in scena; il fatto è che in una tragedia ben congegnata le azioni più importanti sono obscaenae: Agamennone, nella omonima tragedia di Eschilo, non muore davanti al pubblico, viene ucciso dietro le quinte. Gli spettatori sanno della sua morte perché è il coro ad informarli. Il coro può storpiare l'informazione a suo piacimento, accusare Clittennestra (o Pinelli) sapendo di mentire.

Intendo dire, dunque, che anche di fronte alle più gravi disgrazie non dobbiamo perdere l'atteggiamento critico: dobbiamo sempre renderci conto che siamo di fronte a una rappresentazione teatrale, una tragedia in questo caso, e dobbiamo comportarci di conseguenza non lasciandoci ingannare dalla finzione scenica e ricordandoci che molti fatti avvengono oltre le scene.

dp

6 commenti:

  1. un vero amministratore.....certo la tragedia? e tu che genere di attore sei in questo orrido teatrino?

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  2. Scusa, potresti essere più chiaro? Non capisco niente fino al primo punto interrogativo. Poi diventa più semplice e perciò ti rispondo.
    Io sono un attore di una rappresentazione piccolissima, era un monologo, ora è un dialogo. Per ora siamo solo io e te, poi magari ci saranno degli spettatori. Recito la mia opinione su alcuni fatti.

    Davide Pinna

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  3. E rispondo a delle critiche compiute, non con i puntini di sospensione.

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  4. Bravissimo pinna i tuoi eruditi richiami alla letteratura rafforzano l'opposizione che deve nutrirsi verso il terrorismo mediatico.con stima ,paul

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  5. baggianate se vuoi il mio parere... un monologo senza capo ne coda. Amministratore. Esci dai banchi di scuola sarai migliore.

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  6. Caro anonimo, apprezzo il tuo intento. Far sembrare i tuoi commenti oracoli delfici è indubbiamente un nobile progetto, ma assolutamente inutile nel tentativo di correggere le mie devianze e portarmi ad essere il migliore. Se ti proponi di indicarmi la strada per diventarlo, sii più chiaro. Se non sei d'accordo con l'articolo, argomenta la tua critica. Sennò per le frasi ad effetto ci sono le sceneggiature dei film di serie B.

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