
Chiusi l'articolo promettendomi di elaborare uno studio più approfondito sulla posizione dei vari partiti e movimenti sardi e oggi cerco di perseguire questo progetto riferendomi in particolare all'iRS.
Ho usato come documenti per la mia analisi lo Statuto e il manifesto politico del movimento.
iRS, partito esclusivo (nel senso che esclude) su basi etniche
"Il simpatizzante si sente parte della comunita nazionale sarda [...]"
Art. 2 comma 2, Statuto di iRS
Questa è per iRS la caratteristica principale di chi aderisce al movimento come simpatizzante, il sentirsi aprte della comunità nazionale sarda. Restando sul piano letterale è evidente che questa proposizione ha una funzione di esclusione su base etnico-culturale. Per far parte del partito è necessario sentirsi parte della comunità nazionale sarda, e perciò vi si può entrare solo se si è sardi nel cuore o se si è rinunciato alla propria cultura originale.
Per fare un esempio: un servopastore rumeno dotato di una fortissima coscienza marxista che lo porta ad appoggiare il progetto indipendentista in quanto lotta di liberazione dall'oppressione capitalistica, ma anche che semplicemente ritiene giusta la lotta del popolo sardo, può avere la tessera di simpatizzante iRS se e solo se accetta di spogliarsi del proprio habitus culturale ed etnico che è rumeno.
Si costituisce perciò l'immagine di un partito che esclude su basi etnico-culturali, problema che sarebbe ben più grave se mai l'iRS dovesse governare la Repubblica Sarda. Sarebbe come il partito dei bianchi sud africani: dentro solo i sardi, gli altri facciano politica altrove.
L'indipendentismo come ideologia in sé e per sé
"Serve un indipendentismo che sia tale, non come declinazione accessoria di qualcos'altro, tipo il "sardismo indipendentista", il "nazionalismo indipendentista", il "comunismo indipendentista" e chi più ne ha più ne metta."
Manifesto politico iRS, pag 15
Dunque l'indipendentismo è un'ideologia in sé e per sé, ma non si capisce quale sia il suo contenuto. Si potrebbe dire che il suo unico contenuto è il raggiungimento dell'indipendenza, ma ciò non avrebbe molto senso perché l'indipendenza la si può raggiungere in molti modi diversi e può produrre effetti assai diversi e tutto dipende dal presupposto ideologico da cui si parte.
Parlare di indipendentismo come tale sembra essere più che altro la maschera di un progetto corporativistico, se non di mantenimento dello status quo economico, politico e sociale.
Un popolo diverso da tutti gli altri, un popolo eletto?
"Primo perché noi sardi siamo diversi dagli altri popoli: per ragioni etniche, di cultura, di civiltà, di mentalità e sempre abbiamo conservato questa mentalità che non ci consente una qualunque integrazione con altri popoli, come quello francese, italiano, spagnolo [...]"
Antoni Simon Mossa
Manifesto politico iRS, pag 25
Questa frase di Antoni Simon Mossa è discutibile. Sancire la diversità del popolo sardo dagli altri popoli del mediterraneo per le ragioni da lui citate è estremamente riduttivo. Non per essere marxisti ortodossi, ma prima di tutto queste differenza vanno cercate nella storia dell'economia e della politica sarde, vale a dire nella storia delle forme di controllo dei mezzi di produzione e del potere, vale a dire nella storia dello scontro di classe in Sardegna. Rifarsi a ragioni etniche, culturali e mentali può essere un efficace richiamo al nazionalismo romantico dell'800, ma politicamente è un'analisi che della diversità sarda che fa acqua da ogni parte.
Inoltre c'è il rischio del fraintendimento, qualcuno potrebbe usare queste parole e, novello Mazzini, dire che il popolo sardo è stato scelto dal signoreddio per mostrare agli altri popoli oppressi la strada della liberazione nazionale. Questo discorso parabiblico lo facevano anche gli americani ed è una delle cause culturali del loro imperialismo.
Guerra nazionalista nel 1300??
"Furono i sardi di Oristano e di quelle contrade [...] che indussero la giudichessa [...] a proseguire nella guerra nazionalista"
Uno storico unionista
Manifesto politico, pag 83
Un non meglio precisato storico unionista è l'autore di questa frase, ma iRS non ne prende le distanze. Eppure credo che vi siano pochi dubbi che parlare di una guerra nazionalista nel 1300 sia un assurdo falso storico. Sennò se accettiamo quest'idea, tanto vale credere che Cavour e i Savoia volessero unificare e liberare l'Italia spinti da nobilissimo intento nazionalista e allora buttiamo a mare Gramsci e la sua rivoluzione passiva.
Questa frase dimostra come vi sia, nel movimento indipendentista sardo, una certa reticenza a prendere le distanze dall'idea che la costruzione dell'indipendenza possa avvenire solo sulle basi della mistificazione storica e culturale (ovvero del nazionalismo).
Conclusioni (si fa per dire)
Ovviamente nessuno ha dato alla Furia Rossa l'autorità di suggerire modificazioni o correzioni a iRS e di fatti non lo faremo. Molte sono le cose positive contenute all'interno dello Statuto e del manifesto politico di iRS e altre ancora son negative, abbiamo deciso di concentrarci su queste tre nella speranza di creare ancora un dibattito sul futuro dell'indipendentismo sardo. Speriamo di riuscire al più presto ad elaborare simili analisi per gli altri movimenti e partiti.
dp
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