giovedì 28 marzo 2013

CARO GUIDO, STAVOLTA TI SBAGLI

CARO GUIDO, STAVOLTA TI SBAGLI

Caro Guido, 

stavolta ti sbagli.

Siamo entrati in una nuova era della democrazia, in cui le istituzioni locali hanno un ruolo sempre più marginali nella rappresentanza delle posizioni dei cittadini. 



L'esempio della Val di Susa è fondamentale: la maggioranza della popolazione è violentemente contraria al TAV, e non gli interessa minimamente delle posizioni del Comune di Torino, della Provincia e della Regione. Hanno preso atto di questa differenza di posizioni, e in risposta hanno scavalcato i meccanismi della rappresentanza e della delega, autorganizzandosi in prima persona, scendendo in piazza con i vecchi e con i bambini nonostante la situazione di legge marizale in cui sono costretti a vivere dall'oppresione dello Stato..

Caratteristica fondamentale di questa nuova era della democrazia è l'evoluzione del concetto di autodeterminazione. Se fino ad ora l'autodeterminazione è stata appannaggio dei popoli o dei singoli, oggi numerose popolazioni lottano con forza per ottenere il rispetto di questo principio senza fare ricorso a nessuna giustificazione di tipo etnico o liberista. Chi con sprezzo definisce queste popolazioni nimby (Not In My Backyard, non nel mio cortile), non si rende conto della fase di profondo conflitto che sta vivendo la democrazia e forse non ha nemmeno capito che sarà sconfitto. Perché è vero, lo Stato può anche imporsi è farlo quel tunnel nelle Alpi, ma poi si ritroverà un'area ingovernabile di opposizione violenta e radicale da cui prima o poi dovrà fuggire.

Ti facciamo un esempio più lontano nella storia, ma più vicino nella geografia. La Lotta di Pratobello per impedire all'esercito italiano di appropriarsi i pascoli comuni dei pastori orgolesi. Sebbene poco conosciuta e poco studiata, questa lotta è la capostipite europea e forse mondiale delle lotte per l'autodeterminazione delle popolazioni: madre della Val di Susa, della lotta dei Paesi Baschi contro le centrali nucleari.

Tu dici che è giusto rispettare le regole e quindi prima di esprimere il proprio parere è meglio aspettare la Valutazione di Impatto Ambientale. La popolazione di Arborea invece sa già che la VIA viene svolta da persone che in ogni caso non possono conoscere da vicino la situazione del territorio e che valuteranno l'impatto ambientale delle trivellazioni sulla base di freddi e impersonali criteri scientifici. Esistono delle asimmetrie informative non indifferenti: la Saras può nascondere ai valutatori degli elementi fondamentali per prendere una decisione contraria al progetto Eleonora e ha molte più risorse per fare pressioni sia politiche che economiche sui decisori pubblici. Una Valutazione di Impatto Ambientale non è mai neutrale, anzi è più probabile che vada in favore dell'impresa proponente il progetto. E' teoria della scelta pubblica spicciola. 

Inoltre guardiamoci indietro per un attimo: quante volte le scelte industriali che hanno riguardato la Sardegna si sono rivelate giuste per noi? La Saras è quella che costringe migliaia di sardi a respirare quotidianamente tonnellate di polveri tossiche con la raffineria di Sarroch; anche solo per antipatia bisognerebbe dirle di no. A Quirra qualcuno ha mai fatto una Valutazione di Impatto Ambientale? A Ottana? Abbiamo già ceduto altre volte al ricatto dei posti di lavoro e ora siamo a fare i conti con inquinamento, cattedrali nel deserto e disperazione.

Il comune di Oristano prima di prendere posizione dovrebbe perlomeno far votare il Consiglio comunale, se non addirittura convocare una consultazione informale online della popolazione. Il Sindaco dovrebbe invece stare più attento nel comunicare con la stampa, perché dichiarazioni come quelle rilasciate alla Nuova Sardegna, in questo periodo, nel bel mezzo della campagna stampa della Saras contro il comitato per il no al progetto Eleonora possono essere fraintese per un appoggio al progetto.

Il nostro auspicio è che la popolazione, subendo questi progetti speculativi sulla propria pelle, capisca la perversione del sistema economico in cui viviamo e organizzi la propria resistenza. 

TUTTA LA SARDEGNA UNA VAL DI SUSA!


la redazione


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