In dirittura d’arrivo. Forse già stamattina il presidente della Regione, Ugo Cappellacci comunicherà i nomi della sua nuova Giunta, dopo l’azzeramento di quella precedente dal parte del Tar Sardegna, per la mancanza di rappresentanza femminile nell’esecutivo.Eproprio dalle donne è iniziato il rimescolamento di deleghe, che porterà adunprofondo cambio della squadra di governo. Saranno sicuramente tre, una scelta direttamente dal Presidente, una in quota Pdl e una indicata dai Riformatori.
I nomi non sono ancora certi, perché Cappellacci, con grande disappunto della sua maggioranza, si è riservato di comunicarli direttamente oggi, dopo una serie di colloqui con i partiti. Dalla squadra è stata esclusa in extremis Ada Lai, capo di gabinetto del presidente (che ieri l’ha anche redarguita in pubblico). Invece ne farà parte nuovamente Ketty Corona, che ritorna all’assessorato agli affari generali, lasciando per altro libera l’ambita poltrona di Sardegna ricerche. Il nome in quota Pdl è quello di Alessandra Zedda, consigliere regionale e già assessore a Cagliari, vicina alla corrente di Salvatore Cicu e Giuseppe Farris. Difficilmente potrebbe sostituire Mariano Contu all’Agricoltura e dovrebbe quindi innescare un giro di poltrone, subentrando a Sergio Milia alla Cultura, che passerà all’Urbanistica al posto di Rassu, il quale finirebbe in questo modo all’Agricoltura.
La terza dovrebbe essere Anna Maria Busia, scelta già da Cappellacci per far parte della commissione paritetica Stato-Regioni. In alternativa circola il nome del sindaco di Oristano, Angela Nonnis, praticamente sfiduciata dalla sua maggioranza in Comune. I riformatori avrebbero indicato anche il nome dell’algherese Silvia Carta Mantiglia. Una di loro dovrebbe prendere l’assessorato ai Lavori pubblici, lasciato libero da Bastianino Sannitu. Chi resta. Sicuro della conferma Giorgio La Spisa, impossibileda sostituire in una fase così delicata nel confronto con il Governo sulle entrate e molto vicino al presidente Cappellacci. Confermato anche Christian Solinas, ugualmente impegnato nella complicata trattativa Tirrenia.
Inamovibile Giorgio Oppi, che potrebbe anche approfittare della situazione per coronare il sogno di approdare alla Sanità. Anche Antonello Liori, che si dimise da consigliere regionale e quindi senza «paracadute », resterà nella squadra ma si sposta al Lavoro. Resta ancora da riempire la pesante casella della Sanità. Confermato dal presidente anche Luigi Crisponi, che i Riformatori avrebbero sacrificato per tenere Sannitu, che invece dovrebbe uscire. Restano anche Nicola Rassu e Mario Floris, cui è stata proposta l’Industria. Escono Oscar Cherchi, Mariano Contu e Franco Manca.
Non è andato bene l’ultimo vertice a Villa Devoto, specie per la delegazione del Pdl. All’uscita nessuno vuole parlare, ma pare che il presidente Cappellacci abbia opposto un netto rifiuto all’ipotesi dell’ingresso in giunta del «nemico» Mario Diana, proposto come alternativa alla Sanità dopo Antonello Liori. Cappellacci ha ascoltato tutti, riservandosi però di prendere una decisione in autonomia. Concetto ribadito ai giornalisti «ricordo a tutti che una persona, ossia il Presidente, ha la responsabilità della sintesi». Quindi, decide lui. E nelle ore post vertice, tra i partiti della maggioranza, montava il nervosismo davanti a quelle che a molti è sembrata più di una sensazione, ossia la tentazione di Cappellacci di fare tutto da solo e puntare su una «giunta del Presidente». Un’ipotesi che si sposerebbe con la svolta ribellista di Cappellacci, ormai in missione solitaria contro ilsuo partito e il governo nazionale. Sbandierando l’orgoglio ferito della Sardegna e i diritti calpestati da difendere, il presidente della Regione potrebbe provare a giocarsi tutto in questa seconda parte di legislatura. Nel tentativo magari di conquistarsi una ricandidatura, magari nel nascente partito dei sardi.
Alberto Urgu
(da Sardegna 24)
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