Stiamo attraversando un periodo turbolento. Lo sciopero Europeo del 14 Novembre è stato lo spartiacque che ha permesso di far emergere l'enorme inconsistenza politica di questo governo e di questa maggioranza parlamentare, ed ha fatto da trampolino di lancio per la nuova ondata di proteste.
Torna quindi all'ordine del giorno il tema fisiologicamente ricorrente delle occupazioni e delle autogestioni.
Occupare si! Occupare no! Autogestire si! Autogestire no!
E' interessante in primo luogo capire quali sono i principali motivi della protesta:
- Contro l'approvazione della legge 953
- Contro il taglio delle risorse destinate alla SCUOLA PUBBLICA
- Contro l'incremento dei fondi da destinare alle scuole paritarie (223 milioni di euro contenuti nell'ultimo ddl stabilità)
- Contro la precarizzione dei saperi e del mondo del lavoro
- A favore di una scuola e di un'università laica, gratuita, solidale, inclusiva e fonte stabile di democrazia
Per quanto riguarda il primo punto, con la legge 953 continua il progressivo tentativo di logoramento dei diritti degli studenti conquistati negli anni: il consiglio d’Istituto viene trasformato in consiglio dell’Autonomia nel quale potranno entrare due membri esterni privati (banche, aziende, fondazioni etc.) e sarà il C.d.A. a scegliere statuto e regolamenti interni e quindi se e come i rappresentanti degli studenti devono essere eletti, se le assemblee d’Istituto potranno ancora esserci.
Ovviamente non siamo così ingenui da credere che l'occupazione di una scuola nell'Oristanese possa cambiare le sorti della scuola pubblica italiana, siamo però altrettanto consci del fatto che le occupazioni e le autogestioni servano a creare rete, a creare nuovi contatti, a informare, a discutere anche con chi ha un'opinione diversa, a responsabilizzare e perché no anche a divertirsi.
La possibile abolizione degli organi di rappresentanza di classe e d'istituto mette a rischio uno dei pilastri su cui si regge la democrazia all'interno delle scuole, la rappresentanza. In una grande metafora politica queste figure sono fondamentali in quanto impongono una responsabilizzazione da parte di coloro che le devono eleggere e sopratutto da parte di coloro che saranno eletti a rappresentare le istanze della maggioranza. Scattano due meccanismi fondamentali: Gli eletti dovranno dimostrare la loro capacità di responsivness, cioè la abilità nell'ascoltare e nel rispondere alle richieste degli elettori i quali avranno come arma di ricatto il voto nel caso di una successiva candidatura, e l'accountability, cioè la responsabilità e la capacità di affrontare determinate azioni e le successive conseguenze in un'ottica di piena trasparenza e integrità.
Ecco perché è importante autogestirsi e occupare, per sentirsi parte di questo processo decisionale, che deve essere il più inclusivo possibile attraverso il dialogo e la conoscenza. Autogestirsi ed occupare serve a farci sentire le scuole come nostre, come beni comuni, come luoghi in cui germoglia e si sviluppa la cultura e non solo come un pesante fardello. Chi ama la propria scuola, ama la libertà dei saperi e la verità della cultura libera. Ecco perché noi chiediamo scuole e università sicure, che modernizzino la didattica, aperte anche la sera e a tutta la comunità, tecnologiche e funzionali alle nostre esigenze di crescita personale all'interno della collettività.
All'interno delle scuole non si bloccano le leggi, ma si impara piuttosto ad essere i cittadini e la classe dirigente del domani, e questo funge da cassa di risonanza per tutta la comunità.
Mobilitiamoci, facciamo sentire quanto valgono le nostre generazioni, facciamo vedere che cambiare è possibile e che noi ci crediamo!
(D.S.)
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