giovedì 27 agosto 2009

Autodeterminazione e Sinistra

Prendendo spunto da una discussione avvenuta durante il dibattito sull'autodeterminazione del popolo sardo all'interno della giornata zapatista del 21 agosto al Seme, riprendo le argomentazioni del militante di A Manca pro s'Indipendentzia Cristiano Sabino e apro una discussione che spero possa coinvolgere molte voci.

Ci son due modi per valutare la posizione dei governi Italiani nei confronti dell'Isola: in buona fede e credere dunque che i danni che hanno compiuto siano dovuti a degli errori o in mala fede e allora riconoscere il loro comportamento come colonialista.

Non dobbiamo avere nessuna remora a parlare di genocidio nei confronti dei sardi: lo fa persino Giovanni Lilliu, il grande archeologo che però non è mai stato certo un'estremista, essendo stato addirittura un dirigente della DC. Genocidio: uccisione di un popolo, anche in senso culturale, risalendo all'etimologia greca; è innegabile che ciò sia stato perpetrato nei confronti dei sardi. Nessun libro di scuola tratta della nostra storia, nessuno conosce una lingua -il sardo- che pure ha una componente letteraria che potrebbe essere studiata e ciò porta alla dissoluzione della nostra cultura nell'aria fetida della globalizzazione.

Come già dicono i C4 nella loro intervista non è un atteggiamento di destra quello di difendere la propria cultura, è semplicemente riconoscere che devono esistere mondi diversi in un unico mondo come dicono gli zapatisti. L'importante è non avere un atteggiamento razzista o di chiusura.

Ritornando però al tema principale, cioè a quello di Autodeterminazione e Sinistra, bisogna muovere una critica ai partiti di sinistra sardi, emanazione di quelli italiani. Se vi riconoscete come anticolonialisti e dalla parte degli oppressi, come potete poi continuare a non appoggiare la lotta pacifica per l'autonomia sarda? Una lotta che parte, ricordiamolo, col far rinascere nella mente degli Isolani la coscienza di essere un popolo e una nazione unita.

Bisogna avere il coraggio di tagliare ogni ponte con le forze italiane che hanno derubato e stuprato questa terra; bisogna studiare le motivazioni della spinta autonomista sarda anche sotto il punto di vista economico e della lotta di classe; bisogna avere il coraggio di rinunciare alle poltrone per portare avanti questa battaglia oppure togliere la maschera dell'ipocrisia e dichiararsi anticolonialisti sì, ma fino a pagina due: solo nei paesi esotici, perché lì la rivoluzione ha più fascino.

Davide Pinna - La Furia rossa

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