venerdì 4 maggio 2012

REFERENDUM, PANORAMICA E POSZIONE PERSONALE

Dopo domani i sardi saranno chiamati a votare per ben 10 quesiti referendari. Poca informazione, poca pubblicità, poche prese di posizione seriamente argomentate. I 10 quesiti sono:


1 - Volete voi che sia abrogata la legge regionale sarda 2 gennaio 1997, n. 4 e successive integrazioni e modificazioni recante disposizioni in materia di "Riassetto generale delle Province e procedure ordinarie per l'istituzione di nuove Province e la modificazione delle circoscrizioni provinciali?"


2 - Volete voi che sia abrogata la legge regionale sarda 1 luglio 2002, n. 10 recante disposizioni in materia di Adempimenti conseguenti alla istituzione di nuove Province, norme sugli amministratori locali e modifiche alla legge regionale 2 gennaio 1997, n. 4?


3 - Volete voi che sia abrogata la deliberazione del Consiglio regionale della Sardegna del 31 marzo 1999 (pubblicata sul Buras n. 11 del 9 aprile 1999) contenente La previsione delle nuove circoscrizioni provinciali della Sardegna, ai sensi dell'art. 4 della legge regionale 2 gennaio 1997, n. 4?


4 - Volete voi che sia abrogata la legge regionale sarda 12 luglio 2001, n. 9 recante disposizioni in materia di Istituzione delle Province di Carbonia-Iglesias, del Medio Campidano, dell'Ogliastra e di Olbia-Tempio?



5 - Siete voi favorevoli all'abolizione delle quattro province "storiche" della Sardegna, Cagliari, Sassari, Nuoro e Oristano?


6 - Siete voi favorevoli alla riscrittura dello Statuto della Regione Autonoma della Sardegna da parte di un'Assemblea Costituente eletta a suffragio universale da tutti i cittadini sardi?


7 - Siete voi favorevoli all'elezione diretta del Presidente della Regione Autonoma della Sardegna, scelto attraverso elezioni primarie normate per legge?


8 - Volete voi che sia abrogato l'art. 1 della la legge regionale sarda 7 aprile 1966, n. 2 recante "Provvedimenti relativi al Consiglio regionale della Sardegna" e successive modificazioni?


9 - Siete voi favorevoli all'abolizione dei consigli di amministrazione di tutti gli Enti strumentali e Agenzie della Regione Autonoma della Sardegna?


10 - Siete voi favorevoli alla riduzione a cinquanta del numero dei componenti del Consiglio regionale della Regione Autonoma della Sardegna?


I quesiti scritti in giallo hanno valore abrogativo, gli altri sono consultivi.

Cosa fare? Che votare? Votare?

Per prendere una decisione è sicuramente utile sapere chi ha promosso i referendum. Diciamo tanto per iniziare che non si deve trattare di brillanti giovanotti maestri nell'uso del computer visto che è impossibile trovare su google un sito ufficiale del comitato promotore. Sicuramente è un comitato bipartisan: a Sassari la campagna elettorale è stata presentata da Mariotto Segni (che un test clinico ha riconosciuto ufficiamente malato di referendite) e da Arturo Parisi (ex ministro della difesa del governo Prodi, dal simpatico accento, ma dalla scarsa propensione all'estinzione delle servitù militari).

Vediamo le posizioni dei partiti:

Il Pd sardo invita a partecipare al referendum, Silvio Lai (segretario dei democratici) dice che voterà alcuni sì ed alcuni no. Anche il PdL ci sta, e ci stanno naturalmente i Riformatori Sardi, attivissimi tra i promotori rappresentati sopprattutto nella figura di Pierpaolo Vargiu.

Insomma, l'aria di inciucio è un po' pesante.

Omar Onnis, presidente di ProGres definisce i referendum: "fuffa demagogica, una presa per i fondelli, un’operazione di mera facciata per cavalcare l’onda di rigetto della “politica” e rifarsi una verginità in vista della prossima tornata elettorale”.

Il sito di IrS non riporta alcuna posizione ufficiali.

A manca pro s'Indipendentzia, partito indipendentista e di sinistra radicale, invita invece all'astensione, definendo la consultazione una truffa (Posizione di A manca).

Sembrerebbe proprio che i partiti non abbiano voglia di scoprirsi troppo e di prendere posizioni nette.

Tra gli intellettuali, la posizione più rilevante è quella di Michela Murgia (I referendum spiegati al mio gatto) che mette in luce come i quesiti referandari siano in realtà materie che dovrebbero essere di competenza del consiglio regionale, e che distingue alcuni quesiti a cui votare sì e altri da non appprovare.

Per quel che mi riguarda ritengo che sia seriamente un referendum truffa, perché come tutti i referendum abrogativi crea un vuoto legislativo che dovrà essere riempito dagli stessi consiglieri contro la cui inoperosità è stato indetto.

Nello specifico penso che:

-L'abolizione delle 8 province sia cosa buona e giusta, se però sostituita da altre forme di amministrazione intercomunale e non dall'accentramento dei poteri a Cagliari.

-La costituente per la scrittura dello Statuto potrebbe essere uno strumento importante di autodeterminazione. Gli indipendentisti vi si oppongono per lo stesso esatto motivo per cui si opporrebbero a un referendum sull'indipendenza: sanno che la maggioranza dei sardi non approverebbe la scelta indipendentista e preferiscono aspettare l'occasione giusta. Per lo stesso motivo credo che non sia il caso di ricorrere a questa costituente, ma in altre condizioni politiche non ci vedrei nulla di male. Anche se il pressupposto è la scrittura di uno statuto regionale subordinato alla costituzione italiana, sarebbe la maggioranza dell'assemblea a scegliere se dedicarsi alla stesura di una costituzione o di uno statuto.

-La riduzione del numero dei consiglieri da 80 a 50 è una misura demagogica, con l'unico effetto della diminuzione della rappresentanza.

-L'abolizione dei CdA è sensata, ma come dice giustamente la Murgia, non sappiamo cosa può accadere dopo.

-L'elezione diretta del Presidente della Regione è un'inutile cavillo per un ruolo inutile.

Insomma, credo che un referendum di 10 quesiti sia ingestibile, nel senso che non se ne possono prevedere gli esiti. Ricordiamoci che l'intervento popolare si esaurisce dopo la consultazione e che se non si ha controllo sulla classe politica (e ora, in Sardegna, il popolo non ha alcun controllo sulla classe politica) anche il referendum meglio congegnato può diventare una sonora fregatura. Dunque bisogna valutare molto bene i rischi che si corrono se i referendum vengono approvati e la scelta di non recarsi a votare potrebbe rivelarsi la più saggia.

dp

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