
Il 7 Maggio è iniziata la farsa degli Invalsi, i famosi quizzoni a crocette sul modello anglosassone, per valutare il grado di preparazione delle classi e delle scuole e per valutare il corpo docenti, e a detta dei ricercatori, per far emergere i punti di forza o le criticità del sistema scolastico italiano. La prima prova ha coinvolto le seconde e le quinte elementari di tutta Italia. Il 14 Maggio si continuerà con le prime medie e due giorni dopo con le seconde superiori.
Roberto Ricci, capo dei ricercatori dell'Invalsi, sostiene che questa prova sia funzionale a far emergere le criticità presenti in ogni classe, istituto, regione o l'intero territorio nazionale, tramite il confronto dei test "anonimi" ai cui risultati da quest'anno potranno accedere anche i genitori degli alunni per tramite del presidente del consiglio d'istituto (un genitore), al fine di controllare il grado di istruzione che ogni scuola impartisce ai propri figli. L'auspicio di Ricci è che questa prova serva ad individuare le criticità o i punti da consolidare.
A nostro avviso questa prova-farsa rientra all'interno di un piano di distruzione della scuola pubblica, a favore di quelle private o ritenute più meritevoli di finanziamenti, tralasciano le differenze che caratterizzano ogni territorio e ogni scuola. Di fatti per quest'anno solo alcune classi effettueranno la prova, ma già dall'anno prossimo il test verrà esteso ad altre classi, fino al 2015, anno in cui gli Invalsi dovrebbero rientrare all'interno dell'esame di maturità come 4° prova e serviranno come test d'ammissione per l'Università.
Come denuncia il Collettivo Studentesco Antonio Gramsci queste prove non sono anonime, ma ad ogni studente è affibbiato un numero identificativo. Inoltre sono funzionali a creare delle vere e proprie classifiche di rendimento in base alle quali spartire quelle briciole di finanziamenti ormai rimasti per la scuola pubblica.
I test Invalsi inoltre hanno un costo per lo Stato che si aggira intorno ai 14 milioni di euro. In Europa e negli Stati Uniti si sta abbandonando questo sistema, ritenuto costoso ed inutile ai fini della valutazione degli studenti.
Insomma questo progetto rientra a pieno titolo nei programmi di affossamento del ruolo dell'insegnamento e della scuola pubblica. L'Italia parte già con l'handicap di essere uno dei paesi europei che spende meno in istruzione, circa l'8,5 del PIL, meno della Grecia e contro il 10,9% della media dei paesi dell'UE. Inoltre questi test culminano nel momento di più grave crisi della scuola pubblica, che vede il corpo docente tagliato o reso precario, e posto nelle condizioni più difficili per insegnare, classi pollaio, personale ATA ridotto all'osso, strutture fatiscenti e materiale sempre più scarso, con tagli per 8 miliardi di euro negli ultimi 5 anni.
L'idea che noi abbiamo è di una scuola pubblica che favorisca l'apprendimento tramite la partecipazione critica al ruolo di studente. Qui invece si tratta di usare gli studenti come numeri o matricole al fine di decidere la spartizione della torta fra un istituto piuttosto che un altro.
Gli Invalsi vanno contro tutto ciò per cui ci siamo battuti finora, cioè una scuola PUBBLICA, LAICA, INCLUSIVA.
Noi siamo convinti che sia necessaria una riforma integrale della scuola pubblica, ma a favore degli studenti e del corpo docente, e non contro di essi. Chiediamo dunque che sia subito rivista la somministrazione delle prove invalsi, che più fondi vengano dedicati all'edilizia scolastica, all'assunzione dei precari della scuola pubblica, alla creazione di più classi, all'aumento in linea con la media europea del salario dei docenti e del personale ATA, e che nessun soldo statale sia speso per finanziare gli istituti privati. La scuola deve essere un bene comune, una casa della cultura, non una fabbrica che genererà mostri.
Il ruolo degli insegnanti deve essere centrale nell'educazione dei ragazzi. Come già scritto nel precedente articolo la formazione, l'istruzione e la cultura sono l'unico strumento per combattere la crisi economica, la criminalità, e l'unico strumento per favorire la democrazia, la partecipazione, l'integrazione.
Noi siamo per una scuola pubblica diversa, che sappia parlare tante lingue e che accetti tutte le confessioni, che sappia educare i giovani al mondo, ma tramite la partecipazione e non tramite le semplici lezioni frontali o i test a crocette, che favorisca l'equità ma che sia anche efficiente.
BOICOTTA GLI INVALSI! FALLO PER IL TUO FUTURO!
La redazione
Nessun commento:
Posta un commento