mercoledì 16 aprile 2014

CONSORZIO INDUSTRIALE: ARBOREA DEVE DECIDERE COSA VUOLE FARE DA GRANDE!

CONSORZIO INDUSTRIALE OPPORTUNITA' PER ARBOREA DECIDIAMO COSA VOGLIAMO FARE DA GRANDI!Nei mesi scorsi si è acceso un dibattito sull'ingresso o meno del comune di Arborea nel Consorzio Industriale per l'Oristanese (CIpOr).
Durante il consiglio comunale del 27 novembre 2013 scorso, il punto all'ordine del giorno che avrebbe consentito l'ingresso del comune di Arborea al CIpOr, non è stato discusso. E' stato rinviato a tempi migliori, a causa di numerose perplessità sollevate da parte di privati cittadini e non solo.

Facciamo un passo indietro

Che il comune di Arborea volesse aderire al CIpOr è storia vecchia. Da almeno 30 anni infatti, si rincorre l'ingresso all'interno del CDA di questo Consorzio, quasi fosse una chimera, oppure più semplicemente, fosse indice automatico di progresso e futuro.
Questa volontà è stata ribadita più volte nel corso della storia; tanto che, le ultime richieste di adesione al CIpOr sono datate 05/03/2009 (Amministrazione Costella) e 21/09/2010 (Amministrazione Garau). In tempi assolutamente recentissimi.
Tuttavia, a differenza delle precedenti, queste ultime richieste hanno dato esito positivo.
Arborea infatti, potrà entrare nel CIpOr se e solo se si verificheranno 3 condizioni che lo stesso ente ha imposto:

1) Ampliamento dell'Agglomerato Industriale di Oristano, alle aree individuate ricadenti nel Comune di Arborea.

2) Accettazione formale ed incondizionata da parte del Comune di Arborea del vigente Statuto dell'Ente e di tutte le sue norme regolamentari consortili, per quanto non in contrasto con la L.R. n.10/2008;
http://orrustefano.blogspot.it/2014/04/consorzioindustrialevalutiamobene.html?spref=fb
3) Versamento da parte del Comune di Arborea della quota di adesione al Consorzio.


Non soffermandoci sulla prima condizione - in quanto il PUC approvato dal Comune di Arborea nel 2008 prevede già un'area industriale di 93 ettari e un area ad uso "servizi" di 42 ettari - e neanche sulla terza - per il quale si parla di quote abbastanza esigue - mi soffermerei sulla seconda condizione.

Accettazione formale e incondizionata dello Statuto dell'ente.
Nello statuto in questione, qualcosa di preoccupante a mio avviso c'è: l'articolo 5 (finalità del Consorzio), punto 4 comma F.
Andando a leggere bene si possono trovare le seguenti massime:

"realizzazione e gestione di acquedotti, reti fognanti, impianti di depurazione,
centrali di cogenerazione per la produzione di energia e teleriscaldamento, impianti di smaltimento di rifiuti solidi urbani ed industriali, impianti per il recupero di
materiali di riutilizzazione e per lo smaltimento di rifiuti speciali, piattaforme polifunzionali per l’inertizzazione e per la termodistruzione, laboratori attrezzati per il controllo di qualità dei prodotti e per l’analisi delle acque, dell’aria e dei rifiuti;"
La posizione del comune è stata più che chiara, "Per me è si, a patto che .." quindi si tratterebbe di un'adesione con delle condizioni precise e non 'incondizionata', come esplicitamente richiesto dall'Ente.

Domanda: è possibile mettere delle condizioni vincolanti allo statuto?
E - in caso venissero posti i vincoli - in presenza di "casi estremi" la giurisprudenza potrebbe aggirare le condizioni poste, rifacendosi direttamente all'articolo 5 dello stesso Statuto?

C'è un palese problema di gerarchia delle fonti giuridiche.


COMPATIBILITA' E POSSIBILI RIPERCUSSIONI


Arborea è un zona a vocazione totalmente agricola.
A dire la verità avrebbe anche una vocazione turistica (vedi storia/archeologia industriale - zone umide ancora da sfruttare - pineta da sfruttare - mare) però di questo tratteremo in diversa sede.
Può davvero permettersi un insediamento industriale nel suo territorio? Quali sono le occasioni "più uniche che rare", ribadite più volte dalle persone che vorrebbero aderire 'ad ogni costo' al CIpOr?

Arborea non può permettersi insediamenti industriali che siano in palese incompatibilità con la sua vocazione produttiva. Sia che essi siano pozzi di estrazione o stoccaggio di metano, sia che essi possano essere termovalorizzatori, inceneritori o impianti di trattamento di rifiuti speciali.
E' lapalissiano infatti come la salubrità delle sue terre influenzi la qualità dei nostri prodotti.
Inoltre, "Arborea" è nome del Brand e della località stessa di produzione, pertanto l'andamento delle vendite è strettamente legato alle vicissitudini del territorio.

Pensiamo realmente che i sardi continueranno a comprare tranquillamente il latte, le fragole e le carni prodotte ad Arborea?


COINVOLGIMENTO POPOLARE
http://orrustefano.blogspot.it/2014/04/consorzioindustrialevalutiamobene.html?spref=fb
Pare palese come queste siano questioni importantissime. Non si tratta ne di una partita a Risiko, ne di una partita a scopa.
Accettare incondizionatamente uno statuto significa che lo si accetta senza alcun tipo di perplessità; e significa anche che se ne condividono gli interessi e i principi.
Si tratta pertanto di questioni estremamente delicate, che vanno dibattute e discusse con tutto il territorio e con tutti i cittadini.
E' la maggioranza della popolazione che deve valutare l'effettiva convenienza o meno di qualsiasi progetto.

In Francia, il processo partecipativo (per qualsiasi progetto) è obbligatorio per legge dal 1995. La legge sul debat public è stata approvata appositamente per limitare le controversie e la disinformazione dei cittadini; e sopratutto per aumentare la condivisione e l'approvazione delle grandi infrastrutture, pubbliche e private, da parte delle popolazioni che risiedono nei territori interessati.

Perché in Italia e in Sardegna questo non è possibile? Perché da noi bisogna per forza scontrarsi fisicamente per far valere gli interessi popolari?

Il CIpOr è un occasione? Io non ne sono molto convinto; però potrei ricredermi volentieri se venisse fatta un'assemblea pubblica. Cosa che invece l'amministrazione di Arborea non ha intenzione di fare.


(S.O.)

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